Santa Maria La Nova

Ultima modifica 3 giugno 2022

SANTA MARIA LA NOVA è la chiesa madre, la parrocchiale di Sant’Elia, ricca di storia e di arte. La sua prima costruzione risale al 1250, quando un sacerdote, Don Leonardo Infante da Sant’Elia, la edificò, dotandola di un fondo, di libri e di arredi, a sue spese, entro la pertinenza della parrocchia di San Biagio, di cui prenderà a mano a mano l’importanza e il titolo di “matrice”. Un voluminoso ampliamento fu apportato nel 1700, quando vi furono trasferiti molti elementi, altari, della chiesa di San Biagio, poco distante e votata all’abbandono. Nei lavori di ampliamento furono adoperate pietre di risulta della chiesa di Sant’Elia Vecchio, di San Michele e delle antiche mura di cinta di Sant’Elia medievale.

Oggi la Chiesa di Santa Maria La Nova si presenta architettonicamente importante. All’esterno dominano il caratteristico campanile a orologio tetragonale, la duplice scalinata, la facciata ad intonaco arricchita da un portale in pietra scolpita e da una meridiana. All’interno la chiesa consta di tre navate, con predominio di volte ad arco tondo, di tipo romanico. La navata centrale è articolata in quattro campate. Presso l’altare del Rosario si conservano tavole lignee rotonde, del diametro di trenta centimetri, con pitture del Milleseicento rappresentanti i Misteri del Rosario. Nei pressi è il sepolcro della famiglia Tornei. Sull’altare di San Giuseppe si può ammirare una tela del Settecento raffigurante la Sacra Famiglia in Egitto. Nei pressi è il sepolcro della famiglia lucci. Sull’altare delle Anime del Purgatorio, che, reca la data del 1714, è una tela raffigurante la Madonna col Bambino e le anime del Purgatorio. Seguono l’altare del Crocifisso e l’altare dell’Assunta con una statua verosimilmente del 1700. Presso di esso è una statua di San Biagio, in una teca di vetro, donata dall’abate Diamare. Il coro, di noce, è opera eseguita su disegno di Pietro Simonetti, disegnatore, nel rifacimento del 1750, della sacrestia di Montecassino.

Notevole pregio va attribuito ad un altorilievo in marmo del 1400, proveniente dalla chiesa di San Biagio, con episodi della Passione di Cristo, collocata sulla parete di sinistra del presbiterio.

La volta della navata centrale è affrescata con pitture di Enrico Risi da Sant’Elia, del 1908: l’Annunciazione, la Visitazione, la Natività.

L’ultima guerra risparmiò grossi disastri alla Chiesa di Santa Maria La Nova, tanto che nel 1945 l’abate Diamare vi poté ufficiare dei riti sacri, essendosi rifugiato in Sant'Elia, fino alla morte avvenuta nel settembre del’45. Qui furono celebrati i suoi funerali, data la totale distruzione ed impraticabilità di Montecassino.


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