Artigianato e prodotti tipici locali

Ultima modifica 12 luglio 2022

Artigianato

Nel suo recente passato Sant’Elia Fiumerapido, oltre a godere di una fiorente attività industriale, poteva contare anche su un indotto artigianale abbastanza diffuso e altamente qualificato. Dall’800 alla prima metà del 1900 gli artigiani impegnati nei diversi mestieri erano ben oltre un centinaio, ma quelli più numerosi erano i falegnami, i muratori, i fabbri ferrai, i calzolai, i sarti e gli scalpellini. Dopo la seconda guerra mondiale, molti di questi hanno contribuito alla grande impresa della ricostruzione dell’Abbazia di Montecassino, andata distrutta il 15 febbraio del 1944. Oggi restano attivi: artigiani del ferro e alluminio, sartorie, ceramisti, artigiani del vetro. Sono consistenti la lavorazione del legno e il restauro dei mobili.

Prodotti tipici locali

I prodotti ortofrutticoli del nostro territorio hanno da sempre tutti la caratteristica di alta qualità ma alcuni hanno avuto il riconoscimento anche della "tipicità", come i peperoni che, per la posizione geografica e le particolari condizioni climatiche, sono ricchi di elementi nutrizionali.

Olio: il frutto antico di una terra generosa.

La coltivazione dell’ulivo in questa terra risale a tempi antichissimi: già in epoca romana l’ulivo e i suoi prodotti erano conosciuti e apprezzati. Al visitatore che giunge a Sant'Elia si apre il grandioso scenario degli uliveti, che si distendono, come un'ininterrotta selva, lungo tutte le colline.

Il vino prodotto d'eccellenza del nostro territorio

Di grossa qualità anche i vitigni. Il nostro territorio è stato sempre conosciuto nella zona per l'alta qualità dei vini, dovuta all'alta qualità dei vitigni francesi acclimatati in zona, sin dalla metà del secolo scorso ad opera della famiglia Visocchi che proprio in Sant'Elia Fiumerapido aveva l'azienda modello "Chiusanova": laboratorio di ricerca per gli studenti della facoltà di agraria dell'Università di Portici. E' proprio ad opera di questa famiglia che i comuni di Sant'Elia Fiumerapido e di Atina della allora Provincia di Terra di Lavoro, furono i primi territori in Italia dove furono acclimatati i vitigni francesi, prima fra tutti: il Sirah, il Cabernet Franc e Sauvignon per le uve a bacca rossa, e il Pinot Bianco e il Semeillon per le uve a bacca bianca e che, soppiantando quasi tutte le qualità di minor pregio, sono state le uniche qualità di vitigni coltivati in tutto il territorio fino agli anni 50, quando l'impossibilità di ritrovare sul mercato tale qualità per il rimpianto, costrinse i viticoltori ad impiantare le più disparate qualità disponibili presso i vivaisti.


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